Gli obiettivi

In questi anni lo sport in generale e il calcio in particolare ha subito un processo di spettacolarizzazione e commercializzazione, perdendo di fatto il suo focus ideale e etico.

1. Acquisizione di una cultura calcistica attraverso la consapevolezza degli obiettivi

La conoscenza di tutti gli aspetti che regolano la disciplina sportiva, il giocatore deve sapere quali fondamenti etico-morali sorreggono lo sport, quali sono le caratteristiche e le regole della disciplina praticata.dgbrtb

Conoscere se stessi è un presupposto fondamentale per ogni tipo d’apprendimento.I bambini/ragazzi devono essere in grado d’autovalutarsi e autocorreggersi. Il giocatore deve essere aiutato a trovare l’equilibrio tra autostima, prestazioni e rganizzata e programmata seguendo una progressione didattica “ dal facile al difficile “ per permettere al giocatore di verificare l’efficacia e mettere in atto eventuali autocorrezioni.

3. cultura e coscienza della sconfitta e della vittoria

Il giocatore è pronto alla competizione quando comprende e vive nel giusto significato l’esperienza della vittoria, ma soprattutto della sconfitta. Possono essere entrambe positive se interpretate come momento di conoscenza del proprio limite e stimolo.Il “ Saper Perdere “ è di facile apprendimento se la sconfitta non viene drammatizzata colpevolizzata. In un pensiero altamente filosofico l’uomo vive tutta la vita attraverso sconfitte e vittorie, se sarà in grado di accettarle e superarle non avrà alcun timore di affrontare qualsiasi ostacolo, gara o confronto, conoscendo tre possibili risultati: vittoria, pareggio e sconfitta, ma cercando sempre di vincere.La “ Vittoria “ diventa negativa quando rappresenta l’unico obiettivo, viceversa se viene presentata come la conseguenza del raggiungimento di conquista su se stessi per l’impegno profuso e perseguito allora la “ vittoria “ assume un significato più nobile.La vittoria per il giovane atleta può essere il fatto di fare un gol, un ottimo passaggio, una buona parata, ma può essere anche un dribbling, il fatto di essere riuscito a superare i propri limiti. Se si partisse da questo presupposto forse si riuscirebbe a rendere i bambini più soddisfatti di se stessi, più sereni e meno caricati di aspettative che non sono in grado di sostenere. Se i bambini godessero di questo appoggio il risultato avrebbe un significato diverso e la sconfitta non metterebbe in discussione le capacità e l’autostima tenendo presente che quest’ultimo aspetto è determinato della stima dell’adulto verso il bambino

4. Rispetto delle regole e dell'avversario (fair play)

Educare ed abituare al rispetto delle norme non è solo una necessità al regolare svolgimento di una competizione, ma un dovere un dovere etico e morale e un valore.Il rispetto delle norme e dell’avversario va ben oltre l’ambito sportivo e pone il bambino/ragazzo prima di essere un giocatore quello di essere una persona.Il Far Play va oltre al rispetto delle regole, prevede lealtà, il rispetto di sé e degli altri, il vincere senza vantarsene e il saper perdere senza amarezze e recriminazioni. Le regole non riguardano solo l’aspetto tecnico, ma anche la vita sociale della squadra, come ad esempio la puntualità, l’igiene, l’ordine, il rispetto per se stessi e per gli altri, per le strutture e i materiali……

5. L'importanza del gruppo

Far comprendere ai giocatori l’importanza del gruppo e migliorare la disponibilità, l’amicizia, la collaborazione, ad imparare l’uno dagli altri.

6. Abitudine all’attenzione, alla concentrazione, all’impegno e al sacrificio

I giocatori devono comprendere, attraverso l’attività proposta il senso del sacrificio, non si tratta di una sofferenza gratuita, ma di rendersi conto che il raggiungimento degli obiettivi e strettamente legato alla tenacia e perseveranza, che si rifletterà anche sull’aspetto dell’attenzione e della concentrazione.

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